Monitoraggio Glucosio: L'ultima moda benessere è davvero utile?


Il dibattito sul benessere è in costante evoluzione, e negli ultimi tempi un nuovo strumento ha catturato l’attenzione di molti: il monitor continuo del glucosio (CGM). Influencer, atleti e appassionati di biohacking ne parlano con entusiasmo, presentandolo come la chiave per ‘ottimizzare’ la propria salute. Ma al di là del fascino della novità, cosa c’è davvero dietro questa tendenza? È uno strumento rivoluzionario o semplicemente l’ennesima truffa del benessere?

Il CGM è una tecnologia medica originariamente sviluppata per aiutare le persone con diabete a gestire i propri livelli di glucosio nel sangue in tempo reale. Questi dispositivi, indossati sotto la pelle, misurano costantemente la glicemia e inviano i dati a uno smartphone o a un ricevitore, permettendo di individuare picchi e cali. Se per i pazienti diabetici questo strumento rappresenta un aiuto fondamentale per prevenire complicanze, l’uso da parte di persone sane solleva interrogativi importanti.

La narrazione che circonda il CGM per i non diabetici è spesso incentrata sull’idea di ‘ottimizzare’ la dieta, migliorare le prestazioni sportive o aumentare i livelli di energia. Si promette la possibilità di capire quali cibi causano determinati ‘picchi glicemici’ e come evitarli, con l’obiettivo ultimo di raggiungere uno stato di benessere superiore. Se da un lato l’idea di avere dati precisi sul proprio corpo è allettante, dall’altro dobbiamo chiederci se questo approccio sia realmente fondato sull’evidenza scientifica per chi non soffre di specifiche patologie.

È essenziale distinguere tra un uso terapeutico, supportato da indicazioni mediche, e un uso ‘preventivo’ o ‘ottimizzante’ in assenza di condizioni cliniche diagnosticate. Il rischio, come spesso accade nel mondo del benessere, è quello di generare ansia da prestazione legata ai dati, o di affidarsi a interpretazioni superficiali di informazioni complesse. La glicemia, infatti, è influenzata da innumerevoli fattori: alimentazione, attività fisica, stress, sonno e persino il ciclo ormonale. Un singolo dato, se non contestualizzato da un professionista esperto, può portare a conclusioni errate e a cambiamenti dietetici non necessari o addirittura dannosi.

Prima di lasciarsi sedurre dall’ultima tendenza, è sempre consigliabile un confronto aperto e sincero con il proprio medico o con un nutrizionista qualificato. Solo un professionista può valutare se uno strumento come il CGM sia appropriato alla propria situazione individuale, offrendo un’interpretazione corretta dei dati e guidando verso scelte salutari basate su una reale necessità clinica o su obiettivi di benessere ben definiti e supportati da conoscenze scientifiche. Il vero benessere passa dalla comprensione profonda del proprio corpo, ma sempre sotto la guida esperta di chi ha la competenza per interpretarlo.